Tra i nuovi insegnanti ospiti quest’anno per la prima volta a Trentino Danza Estate 2024, Pierpaolo Ciacciulli sarà il nuovo docente di danza classica per i corsi di livello intermedio e avanzato. Dopo essersi formato all’Accademia dell’Opera del Teatro di Vienna e avere danzato nei più grandi titoli del Balletto di Repertorio, ricoprendo nel corso della sua carriera i ruoli da ballerino del Corpo di Ballo e da Solista, dal 2017 a oggi è Maestro di Tecnica Classica e Repertorio all’Accademia Ucraina di Balletto di Milano e fa parte del Team Maestro On Dance di Roberto Bolle. Parallelamente danza ancora per produzioni del Teatro alla Scala.
Come e quando hai cominciato a danzare e cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera del ballerino?
Ho cominciato a danzare molto piccolo, avevo solo quattro anni, cominciando per gioco perché mia madre aveva notato questa mia passione per la musica e il movimento. Sono rimasto subito affascinato, dopo il mio primo saggio, dal mondo del teatro e dello spettacolo e ricordo nettamente la mia attrazione per il palcoscenico e la curiosità di volere vedere ciò che accadeva dietro le quinte. Insomma, è stato un amore a prima vista!
Ci racconti qualche ricordo particolare inerente i tuoi inizi di danzatore?
Il mio inizio non è stato semplice, mi sono dovuto spostare da giovanissimo molto lontano da casa per ricevere una formazione professionale. Nonostante le mie qualità fisiche, partivo però da un livello tecnico nettamente inferiore da quello dei miei compagni di corso all’Opera di Vienna, ma con l’impegno, tanti sacrifici e la mia determinazione ho potuto affrontare, migliorare e giungere fino al diploma dell’Accademia del Teatro dell’Opera di Vienna da dove è poi iniziata la mia carriera di danzatore.
Quali sono stati i tuoi principali maestri?
Ho avuto diversi maestri, dopo il Maestro Viti che mi ha spronato all’inizio nel mio paese d’origine, è stata l’étoile del Teatro alla Scala Liliana Cosi che mi ha dato la conferma che avrei dovuto intraprendere questo percorso di vita, portandomi poi a studiare con lei per poi passare al Teatro dell’Opera di Vienna dove mi sono formato come danzatore professionista con il Maestro Valentin Onoshko, storico insegnante dell’Accademia Vaganova di San Pietroburgo.
Quali modelli avevi da piccolo e a quale danzatore famoso ti ispiravi?
Da piccolo i miei due modelli erano Vladimir Malakhov e Roberto Bolle agli inizi della sua fulgida carriera; ammiravo la loro qualità di movimento, la ricerca della pulizia tecnica e la liricità dei port de bras. Ho avuto successivamente la fortuna di lavorare e conoscere entrambi, prima Vladimir a Berlino poi Roberto alla Scala con il quale collaboro ancora per il progetto ONDANCE.
Quale è stato il primo balletto che hai visto in teatro?
Il primo vero balletto integrale che ho visto è stato “la Bayadere” al Teatro alla Scala con uno splendido giovane Massimo Murru, un altro modello di danzatore italiano eccezionale.
Quando e dove hai debuttato come professionista?
Ho debuttato come professionista al “Festspielhaus Salzburg” con il Balletto di Salisburgo diretto da Peter Breuer, quando ancora allievo dell’ultimo corso a Vienna venni scelto per lavorare, in contemporanea all’anno di diploma, come professionista con la compagnia per una grande prima nel Teatro di Salisburgo: “Northlichter” di Peter Breuer.
Che consigli dai ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di danzatore?
Consiglio di approcciarsi allo studio e poi alla professione con positività e sono fermamente convinto che, se “si semina bene si raccoglie bene”, i sacrifici vengono ripagati prima o poi.
Nonostante tutti si lamentino che il mondo del lavoro della danza sia in crisi, mi capita sempre più spesso ultimamente di confrontarmi con direttori e coreografi che hanno difficoltà a trovare danzatori. Attenzione però, danzatori preparati! I ragazzi che si preparano davvero bene e approfondiscono le competenze davvero non sono poi tanti, perché tutto ciò costa molta pazienza, sacrificio economico, fisico, in un momento storico dove tutto deve essere ottenuto con un “click” purtroppo sono concetti che i ragazzi fanno fatica ad accettare.
Posso dire però che questa è l’unica via per far strada, scorciatoie non ce ne sono. Il danzatore professionista è un Puzzle finito, formato da tantissime ore in sala, spettacoli, stage, rimproveri, esperienze, soddisfazioni, frustrazioni, gioie ma è solo l’unione di tutte queste cose che ci prepara al mondo del lavoro.
C’è un balletto di repertorio al quale ti senti particolarmente legato?
Artisticamente il mio balletto preferito è Giselle, che ho potuto interpretare e coreografare in molti teatri, trovo che racchiuda tante emozioni e che la musica trasporti in un’altra dimensione.
Qual è il personaggio che ti è piaciuto interpretare di più?
Ci sono molti ruoli che mi sono piaciuti, dal punto di vista interpretativo però sono rimasto legato al ruolo da protagonista nel balletto “Edipo Re”, ispirato alla tragedia di Sofocle ma anche “La fille Mal Gardee” nel quale mi sono molto divertito ad interpretare “Madame Simone” o in alcune versioni chiamata “Marcellina” il ruolo “en travesti” della mamma della protagonista.
Come docente di danza classica cosa cerchi di trasmettere ai giovani?
In primis cerco di trasmettere l’entusiasmo e la curiosità verso quest’arte che mi ha cambiato la vita e lascia un segno indelebile in tutti quelli che la toccano.
Ricordo loro che prima di tutto il nostro compito è arrivare ad emozionare il pubblico e le emozioni passano sicuramente attraverso movimenti precisi e splendide pirouettes , ma soprattutto attraverso l’essere comunicativi, espressivi e interpretando con il corpo ogni storia, ognuno a proprio modo nella propria individualità e perché no, già alla sbarra in una semplice lezione.
Come insegnante in Accademia la mia sfida è sempre quella di dar luce alle qualità più nascoste dell’individuo, cerco di far di loro i migliori danzatori che possano diventare, fornendo tutte le nozioni e il bagaglio di conoscenze necessarie per affrontare il “mondo degli adulti”.Starà poi a loro saperlo utilizzare nel modo migliore.